TECNICHE DI LAVORAZIONE

... i miglioramenti tecnici graduali e il costo di produzione limitato, aprirono però gradatamente la strada verso una sempre maggiore diffusione anche delle medaglie coniate.
Ma è solo nell’800 che la maggior potenza raggiunta dal bilanciere, ulteriormente perfezionato in tutte le sue parti, permette di ricavare gli stampi partendo da un punzone unico e completo, ed allo stesso tempo di stampare pezzi anche di grande modulo e di rilievo adeguato.
La svolta decisiva a questo punto è co­stituita dall’introduzione del pantografo tridimensionale di riduzione, che rivoluziona il sistema tradizionale di esecuzione degli stampi: con questa invenzione si realizzano meccanicamente i punzoni completi in acciaio, partendo da un bassorilievo modellato dall’artista in una dimensione maggiore rispetto a quella del pezzo definitivo.
Il meccanismo è basato sul lavoro sincrono di due punte, delle quali una segue con moto rotatorio dal centro verso l’esterno i rilievi del modello mentre l’altra incide, riducendo proporzionalmente le dimensioni, un blocco d’acciaio destinato a diventare il punzone.

Il pantografo offrendo la possibilità all’artista di eseguire la sua opera in ma­teriale plastico e in un campo più grande, anziché doverla incidere direttamente nell’acciaio nella dimensione definitiva, ha messo gli scultori in grado di produrre dei pezzi coniati, cosa fino ad allo­ra riservata ai soli incisori. Ha così permesso l’incontro tra due tecniche prima separate: la modellazione e l’incisione aprendo maggiori e interessanti possibilità. Pure con la nuova prospettiva l’incisione a bulino conserva sempre un ruolo determinante: le riduzioni che offre la macchina hanno sovente bisogno di ritocchi o di leggere modifiche e queste devono essere sempre fatte a mano direttamente o sotto lo sguardo attento dell’artista che ha creato il modello: di qui la necessità di conoscere e applicare le tecniche proprie dell’incisione su acciaio.

Oggi, la fase di preparazione degli stampi si conclude con l’operazione di tempera a cui sono sottoposti gli stampi in modo che l’acciaio nel quale sono formati si indurisca e diventi idoneo a sopportare i colpi durante la coniatura. Questa fase inizia con la tranciatura dei dischi da una lastra di spessore adeguato. I tondelli vengono ricotti per renderli più morbidi e sono poi passati in acidi speciali per rendere la loro superficie brillante e perfetta. Lo stampaggio avviene quindi a freddo.

Per le monete vengono usate presse a

comando elettropneumatico che lavorano con una pressione costante e il massimo grado di automatismo. Ne deriva una capacità di produzione veramente elevata, anche perché le attuali monete hanno un rilievo bassissimo che ne consente la realizzazione in un solo colpo. Inoltre intorno agli stampi viene posto uno speciale anello in acciaio, detto virola, che impedisce al metallo di dilatarsi e imprime contemporaneamente sulla costa del pezzo la speciale zigrinatura.

La coniazione delle medaglie avviene invece con il bilanciere già citato e, data l’altezza dei rilievi e la finezza dei particolari, si completa in diversi colpi o mani. Tra le due o più mani successive è ne­cessario ricuocere ogni volta il metallo del tondello incrudito dalla stampatura e in seguito passare all’acido la superficie ossidata dalla ricottura. Le medaglie che escono dallo stampaggio presentano, a differenza delle monete, un bordo irregolare, dovuto alla dilatazione del metallo, che deve essere tolto con un’opera­zione successiva. Quest’ultima avviene mediante tranciatura se il pezzo in costa è di basso spessore, oppure mediante la tornitura .

 Dopo di ciò si procede alla sabbiatura, a mezzo di un getto di polve­re vetrosa che ammorbidisce la superfi­cie del pezzo e la rende pronta per le suc­cessive e conclusive fasi della coloritura con bagni galvanici e della patinatura manuale.

Nella produzione moderna quindi la tecnica, ormai sempre presente, è in gra­do di consentire eccellenti risultati. Con­siderando nell’insieme i capolavori realizzati attraverso i secoli si deve però concludere che per creare delle opere «belle» e valide allo stesso tempo, quello che importa è di usarne sempre in modo «intelligente», scegliendola, studiando­la, adattandola alla propria sensibilità, ma soprattutto facendo in modo che ri­manga un supporto contingente, anche se necessario, della creatività dell’artista.

 

da "Medaglie e Monete - L'Arte del Conio"

di Vittorio Lorioli

Editrice Ferrari - Clusone - Bg

 
   
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